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“Pnrr scuola: la proposta di Fondazione TrasPArenza” – Denise Ubbriaco – 21 maggio 2021

Una celebre citazione del filosofo greco Diogene Il Cinico recita che: «Le fondamenta di ogni Stato sono l’istruzione dei suoi giovani». È questa la base su cui poggiano le osservazioni odierne di Fondazione TrasPArenza, in correlazione con il dettato costituzionale che disciplina il diritto all’istruzione. Ogni cittadino, a prescindere dalla sua situazione economica, ha il diritto di accedere al sistema scolastico, diritto a cui lo Stato deve far fronte. L’articolo 34 della Costituzione italiana tutela proprio questo diritto, garantito a livello comunitario dall’art. 14 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Al terzo comma, l’articolo 34 stabilisce che «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». Ma chi sono i capaci e meritevoli? Ciascun individuo è dotato di un talento, di attitudini innate, ma le capacità e i meriti non sono soltanto doti naturali, bensì rappresentano il risultato di un processo culturale e sociale che prende forma grazie all’intervento delle istituzioni scolastiche. Pertanto, le capacità e i meriti non sono un prius della scuola ma un posterius: è la scuola che forma menti capaci e meritevoli.

La scuola è un’«agenzia sociale ed economica», uno strumento di inclusione sociale e di attuazione del principio di eguaglianza. Occorre precisare però che la scuola non è solo didattica, non è solo un luogo in cui ampliare le proprie conoscenze ed acquisire nuove competenze, ma è anche un’occasione di confronto e di crescita personale. E proprio perché la scuola ricopre un ruolo così centrale nella nostra società per la formazione, la preparazione e la specializzazione delle giovani menti, occorre intervenire prontamente sulle gravi carenze strutturali nell’offerta di servizi di educazione e istruzione primarie. Il divario rispetto agli standard europei è sotto gli occhi di tutti. È stato riscontrato un forte il gap nelle competenze di base, con un alto tasso di abbandono scolastico, specialmente in alcune aree del Paese. Inoltre, c’è una bassa percentuale di adulti con un titolo di studio terziario, per non parlare del fenomeno di massa della «fuga dei cervelli». Infine, per quanto riguarda gli ambiti di ricerca e sviluppo, l’Italia continua ad essere un passo indietro rispetto alle performance degli altri Paesi.

Le varie criticità del sistema scolastico italiano hanno portato il governo Draghi ad inserire l’istruzione e la ricerca tra le priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che, per la missione numero 4 “Istruzione e ricerca”, stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro (di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo, come riportato sul sito del Governo). L’obiettivo è «rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico».

La Missione “Istruzione e ricerca” del Pnrr è incentrata su una strategia volta:

  1. al miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione;
  2. al miglioramento dei processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti;
  3. all’ampliamento delle competenze e potenziamento delle infrastrutture scolastiche;
  4. alla riforma e ampliamento dei dottorati;
  5. al rafforzamento della ricerca e diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese;
  6. al sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico;
  7. al potenziamento delle condizioni di supporto alla ricerca e all’innovazione, al potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione dagli asili nido all’università.

Sulla base di tali premesse, Fondazione TrasPArenza ritiene che con il Piano nazionale di recupero e resilienza occorrerà:

  1. ampliare le ore formative globali (tempo pieno), in armonia con il punto 1 della strategia del Pnrr;
  2. personalizzare i percorsi formativi secondo le attitudini e le aspirazioni (in armonia con il punto 1 della strategia del Pnrr);
  3. integrare la formazione disciplinare con tirocini esperienziali (in armonia con il punto 4 della strategia del Pnrr);
  4. dotare le scuole di adeguamenti tecnologici permanenti di salubrità ambientali (areazione forzosa, illuminazione UV-C, ecc.), in armonia con il punto 3 della strategia del Pnrr;
  5. ampliare il corpo docente e tecnico-amministrativo (in armonia con il punto 2 della strategia del Pnrr);
  6. integrare la formazione di base con tirocini obbligatori nei soggetti produttivi (p.a., privato, terzo settore), in armonia con il punto 5 della strategia del Pnrr;
  7. promuovere la scuola come agenzia produttiva: licei tecnici agricoli, artigiani, industriali, ecc. possono svolgere attività produttive «sociali» o start up con le università (in armonia con il punto 5 della strategia del Pnrr);
  8. digitalizzare il processo formativo per favorire l’interattività e la multidisciplinarità (in armonia con il punto 6 della strategia del Pnrr);
  9. recuperare l’edilizia scolastica e i servizi connessi (sportivi, aziendali, alloggiativi, nutrizionali, bibliotecari, ecc.) per una formazione integrata, in armonia con il punto 3 della strategia del Pnrr;
  10. potenziare la formazione differenziata e a tempo pieno per i disabili al fine di svilupparne le attitudini, le relazioni sociali e sollevare le famiglie da oneri impropri, in armonia con il punto 1 della strategia del Pnrr;
  11. agire per contrastare la dispersione scolastica (in armonia con il punto 1 della strategia del Pnrr);
  12. incentivare la costituzione di reti scolastiche integrate di ambito per migliorare l’efficienza della didattica e dei servizi (in armonia con il punto 7 della strategia del Pnrr);
  13. pianificare asili nido quali ausilio sistemico alle famiglie e alle lavoratrici madri (in armonia con il punto 7 della strategia del Pnrr).

Denise Ubbriaco

 

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