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Le unioni e le fusioni dei comuni

I sempre più pressanti inviti comunitari di garantire un rientro del debito pubblico e una gestione in equilibrio del bilancio consolidato dello Stato mettono in condizioni di disagio il sistema delle autonomie. Un sistema che ha, di recente, dovuto imparare a correre più velocemente, rispetto al passato, nell’apprendere il buon uso di tutti gli strumenti a sua disposizione per perseguire il «pareggio di bilancio» preteso dalla novellata Costituzione. Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni hanno l’obbligo di crescere velocemente nel loro modo di produrre servizi pubblici e di erogare prestazioni essenziali e, per quanto riguarda gli enti regionali, leggi di dettaglio e di esclusiva competenza all’altezza del loro importante ruolo. Un compito difficile, dopo il no al referendum che ha impedito, per alcuni versi, l’attuazione di un diverso modo di concepire e realizzare l’esercizio delle funzioni pubbliche loro attribuite. Quanto agli enti locali, e più precisamente ai Comuni, l’esercizio delle funzioni fondamentali deve essere rivisto alla luce del diverso ruolo cui gli stessi sono chiamati dalla mission costituzionale di dover concorrere obbligatoriamente all’equilibrio di bilancio dello Stato.

 

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