Il governo Renzi ha alzato le vele, deciso a navigare con il necessario decisionismo condiviso, esente da ogni tentativo di ingiustificata rallenty, con l’impegno di assumersi le responsabilità dirette in caso di flop. E’ giusto così, sia nell’interesse del Paese, appesantito dai soliti difetti della politica domestica di garantire l’esistente, che del sostegno comunitario.
L’azzeramento del deficit (quantomeno una sua entità controllata, funzionale a non generare un ulteriore appesantimento del debito consolidato, atteso che la differenza annua tra le entrate e le uscite della Repubblica è nell’ordine di 45/50 miliardi di euro circa) e il ripianamento del debito pregresso sono gli avversari da battere.